tre giorni fa ho perso una persona a me molto cara.
oggi ci siamo riuniti tutti per darle l'ultimo saluto, l'ultimo abbraccio, l'ultimo bacio.
è sempre difficile accettare una perdita, anche quando questa è in qualche modo preannunciata da una malattia o dall'inevitabile passare del tempo che plasma e trasforma il corpo, in un lento logorio. una volta ho sentito qualcuno dire che si nasce piccoli, rugosi e terribilmente stanchi e quando si muore si è altrettanto piccoli, rugosi e stanchi. e lei se n'è andata proprio così, consumata dalla sua lunga vita, si è spenta piano piano, giorno dopo giorno, come una candela che per lunghissimi anni ha affrontato con vigore l'ardore della fiamma.
quando una persona va via così, quasi in sordina, lascia che coloro che le sono stati accanto possano quasi abituarsi, in modo graduale, alla sua scomparsa e fa sì che attorno a lei il dolore di chi resta venga lenito da un'atmosfera in cui la sofferenza dovuta al distacco e alla perdita si fonde con la dolcezza dei ricordi e del tempo passato.
in questo momento non resta che condividere i pensieri e le emozioni, rimanere vicini e uniti, ma altro tempo ci vorrà perchè il nostro cuore e la nostra mente prendano reale coscienza del solco e del vuoto che questa persona ha lasciato inesorabilmente.
a lei che non potrò più incontrare, vedere, ascoltare, abbracciare nella realtà che mi circonda dedico questa canzone, nella speranza di poterla ritrovare nel mio mondo, quello interiore, nel silenzio del mio cuore e nei miei sogni.
"sogno che ti prendo come neve a ciuffisoffio sui baci allontanatisui baci tuoi versatisogno la mia carne trasformarsi in puro
spiritomi accorgo che sei svegliomi scordo che ti afferroci sarà qualcosa nei tuoi occhi violaci sarà qualcosa per cui valga la penaci sarà qualcosa che mi può stordireci sarà qualcosa, anche una cura, un sogno per
morirea te che te ne vaidono la mia dolcezzaestrema vertàeterna mi incertezzaa te che te ne vaische sprofondo in questo viaggio mio mentalee tutto è nella nottenotte tutta ugualesogno che sei un urlo di bambino intrappolatoil gioco è cominciato e giò è finito il giocosogno che divento il tuo piccolo gigantesul prato sei un diamante, nel prato a piedi
nudisogno che entra il mare in questo bosco di
frattaglieed io conosco i funghi e tu raccogli i fondici sarà qualcosa nei tuoi occhi violaci sarà qualcosa nella vita per cui valga la
penaci sarà qualcosa persa per la stradaci sarà qualcosa che ritorna e che ti fa partire
oraa te che te ne vaie diventi un'ossessionenon cederò la notteperduta mia illusionea te che te ne vaie diventi un'invasionenon cederò la notteeterna mia ossessionee diventi un'invasioneti aspetterò la notteeterna mia ossessione"sogno di gianna nannini
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