giovedì 5 novembre 2009

matrimonio all'italiana

questo film ha 45 anni, esattamente 20 anni più di me, ma non li dimostra affatto.
una storia bellissima, sempre attuale. una trama intessuta di passione e veracità, le stesse che nelle mani della protagonista, filumena, diventano veri e propri strumenti per disegnare e plasmare il proprio microcosmo.
ho sempre amato questo film attraverso il personaggio di filumena, attraverso i suoi occhi di donna che non si arrende mai, nemmeno dinnanzi ad un destino che sembra aver già tracciato le traiettorie della sua vita. filumena fa deragliare il fato con il suo orgoglio, il suo temperamento energico e l'infinita genuinità della popolana del sud.
ho amato filumena anche per questo, per il ritratto psicologico che emerge dalla sceneggiatura e dall'intensa, quanto straordinaria, interpretazione di sophia loren, perchè in quei sentimenti quasi urlati, in quelle passioni esternate in modo esagerato e in quell'agire istintivo e sanguigno ho incontrato e riconosciuto le donne della mia famiglia, mia madre e mia nonna. in esse e in filumena mi sono specchiata ed vi ho trovato, riflessi, alcuni tratti della mia identità originaria. una parte di me autentica che celo e proteggo da sguardi indiscreti e da giudizi affrettati, fallaci, come si fa con qualcosa di raro e di autentico, affinchè nulla e nessuno possano scalfirla.
questo film è senza ombra di dubbio il mio preferito. l'ho visto e rivisto così tanto da aver perso il conto.
è difficile scegliere una scena in particolare, poichè sono molte quelle che prediligo.
tuttavia, sono particolarmente legata a quella in cui filumena rivela a don dummì che è il padre di uno dei suoi tre figli. don dummì non le crede, o perlomeno non vuole crederle. ripete "nun è o'vero, nun è o' vero" in modo nervoso, come a voler interrompere bruscamente e definitivamente quel flusso di parole che cerca di ricomporre quella verità a lui dissonante. in quell'istante, filumena tira fuori da un ciondolo una banconota da 100 lire, il compenso che don dummì le aveva lasciato in cambio di una notte d'amore, una delle tante che avevano trascorso anni prima nella casa di tolleranza in cui lei aveva lavorato. notte d'amore fu per lei, non per don dummì.
e fu proprio l'amore a lasciare un segno, quella notte e per sempre, poichè concepirono il loro figlio. su un angolino di quella 100 lire filumena segnò il giorno, il mese e l'anno. questo è il conticino che le serve e che continua a custodire, dopo averlo separato dal resto della banconota, per non dimenticare non solo quella notte, ma tutto il suo passato. ciò che rimane di quelle 100 lire, lo tira addosso a don dummì... perchè "i figli non si pagano".



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